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Sentiero di Campolongo


Escursione non particolarmente difficile, adatta a tutti in tutte le stagioni, con punti molto panoramici. Parte e arriva al borgo di Campolongo, sale sul monte Cistorello e passa per la valle dell’Acqua.

  • Lunghezza
    8 Km
  • Tempo di percorrenza
    3 ore
  • Senso di percorrenza
    antiorario
  • Gestione

    CAI Sottosezione di Noventa Vicentina

    Info www.cainoventa.it – info@cainoventa.it

    Facebook: CAI Sottosezione Noventa Vicentina

Descrizione del percorso

Da piazza Sant’Andrea si prende a sinistra in direzione della scalinata della chiesetta di Sant’Andrea. Si evita di entrare nel borgo attraverso l’arco in pietra ma si gira intorno alla chiesa salendo ancora per breve tratto; all’altezza del campanile si svolta a destra in via Campolongo che aggira il borgo su due lati. Arrivati alla fine del secondo lato si procede a sinistra in direzione della cava. Appena superato il cancello d’ingresso della cava, completamente recintata, si prende a sinistra la capezzagna che corre lungo la recinzione. Avendo cura di girarsi un attimo si possono scorgere San Germano sulla destra, Villa del Ferro sulla sinistra, la Parrocchiale di Grancona in alto e dietro le Prealpi Vicentine. Si continua su sterrato tra i vigneti fino a giungere ad una casa abbandonata, Ca’ Bertolaso. La si aggira sulla sinistra e si comincia a salire il colle sul versante orientale della valle sotto il monte Cistorello, nel bosco rado. Si procede lungo i tornanti in salita per lungo tratto guadagnando quota. Giunti al segnavia si abbandona il sentiero più evidente per imboccare sulla destra il viottolo più stretto in direzione sud. Arrivati ad incrociare il sentiero che sale da Sossano, lo si percorre svoltando bruscamente a sinistra. Il sentiero si fa in seguito più largo salendo dritto in direzione del crinale sovrastante per poi piegare nella direzione della sommità del monte Cistorello, che si erge con la sua caratteristica croce bianca. Qui la vista panoramica è mozzafiato. Dalla cima del monte Cistorello si dipartono tre sentieri; si segue quello di mezzo che si dirige verso Casa Dalla Rosa-Bettini. Arrivati nei pressi della fattoria si continua sulla strada bianca, costeggiando un uliveto [1]. Al bivio si nota sulla sinistra una grande pozza d’acqua dall’aspetto palustre. Il nostro percorso prosegue a destra su ampia carrareccia nel bosco incontrando in breve sulla destra un vasto terreno aperto non coltivato. Al primo bivio si mantiene la destra, al secondo, immediatamente successivo, la sinistra imboccando la carrareccia pianeggiante. Si tralasciano in seguito i sentieri sulla sinistra, mantenendo invece la destra e continuando in leggera discesa nel bosco lungo il bordo della valle dell’Acqua. Giunti ad incrociare un’ampia carrareccia, si gira a sinistra in discesa e si prosegue nel bosco girando intorno alla valle dell’Acqua fino ad arrivare ad un crocicchio di sentieri. Qui si prende il primo sulla sinistra che scende costeggiando un grande prato e incontrando sulla destra una cava di pietra dismessa. Si gira a destra prendendo l’ampia carrareccia che ben presto abbandona la cava, passa sulla sinistra del monte Crò fino ad incrociare il percorso dell’Alta Via dei Berici. Si svolta a destra incontrando in breve, scavate nella pietra, delle ampie scanalature che la tradizione imputa alle ruote dei carri che percorrevano questa strada [2]. Arrivati in fondo si incrocia la strada asfaltata. Qui si può notare la parete di roccia da cui sgorga la fontana del Bosco con una Madonnina posta in una nicchia della roccia. Da qui si svolta a sinistra e si percorre la strada asfaltata fino a giungere al borgo di Campolongo.

 

IL BORGO DI CAMPOLONGO

Alle pendici del versante orientale dei colli che delimitano la Val Liona nella sua parte terminale si trova una piccola perla architettonica molto ben conservata conosciuta come il Borgo di Campolongo: un complesso chiuso all’interno di un muro di cinta composto da edifici di varie epoche in cui sono riconoscibili Villa Dolfin (ora Mistrorigo) [3] attribuita a Vincenzo Scamozzi, curiosamente asimmetrica, costruita dal 1601, residenza della potente famiglia veneziana, una Colombara della seconda metà del XV secolo ma costruita con pietre di recupero più antiche, la cinquecentesca Villa Cantarella [4] con un’imponente barchessa ad arcate e la seicentesca piccola Parrocchiale dedicata a Sant’Andrea. Da qui, attraverso la Liona resa navigabile, si poteva raggiungere la laguna di Venezia.

 

IL MONTE CISTORELLO

Dal monte Cistorello il panorama si fa grandioso. A oriente il sistema collinare degli Euganei, con i caratteristici coni vulcanici, la pianura di transizione che porta verso gli Appennini, visibili d’inverno nelle giornate terse, la sottostante parte terminale della Val Liona con il reticolo regolare dei fossi e dei campi coltivati, il versante occidentale del colle che delimita la valle e più in là ancora la pianura. Ciò fa del Cistorello un punto di osservazione eccezionale. In effetti, sulla sommità esiste una struttura quadrangolare ritagliata nella viva roccia circondata da un’altra struttura quadrangolare più ampia. Qui, agli inizi del ‘900, un ricercatore vicentino, il Giarolo, rinvenne monete romane d’oro e d’argento. Inoltre il manufatto quadrangolare è orientato. “Anche se su di esso fu probabilmente costruita una torre, come risulterebbe dal nome del monte, in origine la sua funzione appare essere stata quella di un templum augurale o oraculum, di una struttura finalizzata a determinare le coordinate su cui in età romana venne impostata la pianificazione del territorio, secondo le norme e le regole dettate insieme e dalla tradizionale arte augurale e dall’arte agrimensoria.” Da un manoscritto di Leonilo Frison – Sossano La cima del Cistorello sembrerebbe inoltre essere parte di un osservatorio solare con la funzione di marcatore all’orizzonte, a segnare il tramonto del sole durante il solstizio d’estate, se si prende come punto di osservazione l’eremo di San Teobaldo di Provins costruito nella campagna di Sossano. Nello stesso giorno, dallo stesso punto di osservazione, si può vedere il sole sorgere esattamente dalla cima del monte Castellaro di Albettone. In questi luoghi di solito venivano costruiti in antichità luoghi di culto a indicarne la funzione. da “l’Osservatorio solare di Sajanega (vi) e il solstizio estivo” di Sandro Pravisani – www.percorsinelsacro.com/il-segreto-di-san-teobaldo Venendo ai nostri giorni, quasi a rimarcare l’unicità del monte Cistorello, l’Istituto Geografico Militare ha posto sulla sommità del monte un proprio marcatore topografico, che si può osservare cercando all’interno della struttura quadrangolare menzionata sopra. Vi cresce inoltre la pulsatilla montana il cui nome deriva dal latino pulsare che allude al dondolio dei suoi fiori sotto l’azione del vento. È un fiore piuttosto raro sui Colli Berici.

Immagini del percorso

[1] Passaggio nei pressi di un uliveto

[1] Passaggio nei pressi di un uliveto

[2] Scanalature delle ruote dei carri

[2] Scanalature delle ruote dei carri

[3] Villa Dolfin Mistrorigo

[3] Villa Dolfin Mistrorigo

[4] Villa Cantarella

[4] Villa Cantarella

Il borgo di Campolongo

Il borgo di Campolongo

Il Monte Cistorello

Il Monte Cistorello